Crisi 2009

[NB: in questo post troverete pubblicità, e anche parecchia]



Lorenzo Dellai e la sua giunta dettano le linee guida per combattere la crisi: tra queste, sviluppo della banda larga, grandi lavori pubblici, puntare sui giovani e sensibilizzare i trentini a comprare...trentino.


Mele della val di Non, ortaggi grestani, Teroldego, carne "autoctona", piccoli frutti, restando ai generi alimentari, ma immagino anche: pneumatici del Marangoni o pastasciutta della Felicetti, per non dire degli scarponi "made in Fiemme".



Condivido, ma muovo un paio di semplici rilievi:

[a parte che questi prodotti spesso prendono la via dei mercati esterni o esteri - l'acqua Pejo o di Levico non si trova in tutti i super, ma acque più pubblicizzate non mancano mai]...


Oltre alla scarsa capillarità sul territorio del prodotto trentino, va detto che i prezzi sono più alti.
Ok, la qualità si paga, però non basta un mercato contadino a ridurre la filiera, promuovere e far risparmiare.



Uscendo dall'alimentare, provate a pensare all'abbigliamento da montagna.
Specializzato fin che si vuole, d'accordo, ma se comprate Montura, La Sportiva o, allontanandosi di poco, anche un bolzanino Salewa sapete già che spenderete parecchio.

Vi confesso che sono anni ormai che vado in montagna con etichette "made in Vietnam": non ne sono fiero, ma non sarei nemmeno fiero di pagare 150 euro per un pile da strazzar a nar per boschi.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Io non sono trentina e devo dire che tutti i prodotti alimentari dalle vostre parti costano parecchio.
Non sto parlando dei prodotti tipici, perchè allora la qualità mi spiega la differenza di prezzo, ma soprattutto dei prodotti di marca: dalla pasta alle merendine nei vostri supermercati ci sono dai 10 ai 60 centesimi di più.
Va bene che il supermercato del mio paese ha la politica del basso prezzo (se i fornitori non gli vendono al prezzo che vuole compra da un'altra parte....)però anche rispetto alla "bottega sottocasa" ci sono delle differenze, anche se minori.
Nihal

Anonimo ha detto...

io cerco di farlo (ovviamente riferito alla "mia terra")... quando poi non è prodotto regionale, cerco di andare almeno sull'italiano.
però, come dici tu, se è una cosa da "battaglia", non prendo certamente un pile da cento e passa euro!
però devo dire che qui, tra i pastori nomadi, va molto lo scarpone de La Sportiva. dovremmo chiedere una sponsorizzazione... dopo svariate marche, con La Sportiva si sono battuti tutti i record di durata.
scarpone classico (quello giallo, non chiedetemi il modello), indossato da pastore nomade 365 giorni all'anno, con qualsiasi tempo, estate, inverno, è durato da luglio 2007 a dicembre 2008, poi ha iniziato a dare segni di cedimento.
non sono una che ama far pubblicità, ma quando merita...

Bersn ha detto...

Ma dai...costano cari, gli scarponi di quella marca, e nemmeno mi piacciono granchè i colori, ma questo è niente: so già di due persone a cui hanno fatto parecchio male, appena messi, roba da non riuscire a camminarci più e da cercare di rivenderli...


...dici che i pastori piemontesi abbiano piedi di titanio? ;)

Bersn ha detto...

@ Nihal: ascolto sempre volentieri il tuo punto di vista, sono convinto che spesso chi viene da fuori [anche se da vicino] riesce a vedere cose che, a noi che abitiamo qua, sfuggono...


[comunque è vero, gli alimentari in Trentino sono cari - ma un po' tutto, in generale]

Anonimo ha detto...

costano cari sì... ma sono, per adesso, gli unici che hanno dato questi risultati di durata.
il colore... ti garantisco che, dopo una settimana al pascolo, il giallo non si vedeva già più!
tutte le altre marche "testate" hanno ceduto molto prima, raramente passavano l'anno.
li sto usando anch'io (ovviamente non in modo quotidiano) e non ho avuto problemi. e dire che ho il piede delicato!