...iniziava così il primo post sul MMM.
La neve "a lingue" [che scioglie, ma solo dove c'è sole, torna, gela, cede, uccide...] come ogni primavera mi fa venir voglia di prender una pausa dai soliti ritmi montanari.
Rispolvero la bici, mi faccio coinvolgere da mio padre in qualche orrido lavoro in campagna/taglio legna, cerco itinerari a bassa quota.
Nasce da tutto questo - e da un'idea fermentata da qualche anno - la gita a castel Firmian, sede di uno dei 5 Musei della Montagna di Messner.
[Messner che ha fatto parlare di sè, nuovamente, al Trentofestival, con parole non proprio tenere verso Cesare Maestri...ma questa è un'altra storia]
[Un piccolo inciso: le regole del museo vietavano di fare svariate cose, tra cui toccare le opere e scattare foto. Io ho visto bizzeffe di attempate siore alemanne metter le mani sui quadri [!!], quindi spero mi perdonerete se qualche fotina la pubblico][ci fossero problemi, Reinhold, scrivimi che le tolgo]
Rispolvero la bici, mi faccio coinvolgere da mio padre in qualche orrido lavoro in campagna/taglio legna, cerco itinerari a bassa quota.
Nasce da tutto questo - e da un'idea fermentata da qualche anno - la gita a castel Firmian, sede di uno dei 5 Musei della Montagna di Messner.
[Messner che ha fatto parlare di sè, nuovamente, al Trentofestival, con parole non proprio tenere verso Cesare Maestri...ma questa è un'altra storia]
[Un piccolo inciso: le regole del museo vietavano di fare svariate cose, tra cui toccare le opere e scattare foto. Io ho visto bizzeffe di attempate siore alemanne metter le mani sui quadri [!!], quindi spero mi perdonerete se qualche fotina la pubblico][ci fossero problemi, Reinhold, scrivimi che le tolgo]
Usciamo a BZ sud e dopo svariati svincoli arriviamo sotto la collinetta del "maniero".
Un parcheggio un po' avventuroso, a 3 metri da un lato un po' discosto della cinta [con tanto di manoscritto in italiano "occhio ai topi d'auto"] e in 2 minuti scendiamo le scalette che portano all'ingresso.
Ci districhiamo tra turisti panzoni - tutti nordici - che rischiano di rotolare fuori dai rispettivi pullman, e poi giù per la scalinata, ed eccoci salvi all'ingresso.
La biglietteria - gift shop [traducibile come "negozio di gigiate"] è un tripudio di foto, loghi e libri del nostro berg-barbuto Reinhold...praticamente tutto nel locale parla in tedesco [le versioni dei libri in italiano non le ho trovate, forse le tengono nascoste, chissà, o forse avran visto che non si vendevano...]
Due metri [di dislivello] dopo, ecco la caffetteria/birreria: strapiena. Qualche altro scalino dà su un'ampia corte, dove a intervalli di mezz'ora si alternano presentazioni nelle due lingue locali.
Ore 13.00, accoglienza in tedesco: folla "tipo concerto dei Bastards".
Ore 13.30, accoglienza in italiano: presenti io, Lentiggini e la guida.
Che molto cortesemente ci spiega la storia del "Los von Trient" [vedi cippo], la struttura architettonica del museo e altri piccoli aneddoti [ad esempio, hanno calcolato il dislivello totale di tutto il percorso, che si svolge con parecchi saliscendi: non ricordo, dovrei sentire Lentiggini, pare che il totale sia sui 4-500 metri, niente male]
Ore 13.00, accoglienza in tedesco: folla "tipo concerto dei Bastards".
Ore 13.30, accoglienza in italiano: presenti io, Lentiggini e la guida.
Che molto cortesemente ci spiega la storia del "Los von Trient" [vedi cippo], la struttura architettonica del museo e altri piccoli aneddoti [ad esempio, hanno calcolato il dislivello totale di tutto il percorso, che si svolge con parecchi saliscendi: non ricordo, dovrei sentire Lentiggini, pare che il totale sia sui 4-500 metri, niente male]
Entriamo nelle varie costruzioni e nella grotta, vediamo quadri, foto, statue di divinità orientali [comprate? ricevute in regalo? boh] e più avanti chiodi, attrezzatura tecnica [da far ridere certe tutine o tendine, al confronto coi materiali di adesso, ma anche da guardare ammirati, da chiedersi come facessero ai tempi]
La giornata scorre veloce, dentro si sta bene: una saletta a parte è riservata allo scarpone-resto del ritrovamento del fratello Gunther, tragicamente disperso sul Nanga Parbat.
Una vicenda molto personale, su cui Reinhold fu duramente attaccato, e su cui non voglio - per rispetto - scrivere altro.
Una vicenda molto personale, su cui Reinhold fu duramente attaccato, e su cui non voglio - per rispetto - scrivere altro.
Piccola sorpresa, visto che mi chiedevo se il creatore dei musei ci venisse....eccolo :)
6 commenti:
n'amica mi ha detto: non e' brutto, anzi a tratti e' anche interessante, solo che e' un'autocelebrazione di Messner. Non e' il museo della montagna ma il museo di quanto e' figo lui.
Confermi?
(grazie per il resoconto :) )
Ma, sai, io ho notato che è "tarato" sul mondo germanico [per dire, non tutte le didascalie sono bilingui ma solo in tedesco, vedi il giftshop, ecc.].
Quanto ad essere Messner-centrico, ti dirò, se passi sopra al fatto che i 5 musei hanno il suo marchio - puro marketing o vanagloria? - a me non è sembrato eccessivamente improntato al culto della sua personalità.
Ok, vintizinque righe per dir che a mi me par de no :)
Ma gli yak c'erano?
Mariatn
Niente yak...credo siano a Solda
ok, me toca nar a veder de persona :P
Fame saver
(l'è come al cinema, en film el pol piaser come no, tut sogetivo)
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