Ge$tire un rifugio?

Ge$tire un rifugio? Per molti appassionati, un ideale romantico.



Le polemiche degli ultimi giorni in val di Genova, con annessi - inqualificabili - atti vandalici, hanno fatto nascere l'ennesima chiacchiera da bar a me e ai miei soliti amici.


Un discorso che si fa da quando avevamo ventanni ed eravamo più idealisti, sfegatati di montagna, e in cerca della propria strada.
Nessuno ha mai avuto il coraggio di provarci, non dico a prender una gestione estiva, ma almeno a collaborare in rifugio.

[Però ho un amico che ha fatto la stagione in malga, intorno ai 22 anni: bilancio di fine settembre: igiene scarsa ma salute d’acciaio e muscolatura di porfido]



L’argomento è il solito: ci si guadagna, almeno da arrivare alla fine del mese, a gestire un rifugio?



Anni di episodici brainstorming hanno portato ad un'unica - cinica - conclusione: si lavora [guadagna] bene solo se tutta una serie di condizioni collimano. Eccone alcune



  • non molto con la gente del posto, meglio va coi turisti [perlopiù tedeschi...la massa degli italiani è da fondovalle]*;
  • nei week-end piuttosto che dal lunedì al venerdì;
  • in Brenta o val di Fassa piuttosto che nel Lagorai*;
  • se si riesce a far arrivare le famiglie coi bambini piccoli, che tra pranzi bibite gelati e snack vari generano sicuramente più indotto di una coppia di 30enni un po' orsi selvatici, che so, per esempio un Bersn e una Lentiggini;
  • se ci si arriva in auto o almeno in funivia o almeno in navetta piuttosto che a piedi...
  • ...se proprio a piedi, che siano dislivelli contenuti...



Son sempre più i rifugi che si attrezzano con aree relax, giochi per bambini e animazioni varie. [Ma mi chiedo: è giusto un campetto da minigolf a 2400 metri? visto coi miei occhi].

Musica a palla, sdraio, par de eser al mare.

Tantissimi hanno il sito web, la maggior parte fatto bene, e si promuovono con newsletter, social network, blog, varie altre web-diavolerie.

Tanti creano sinergie con le malghe e gli alberghi vicini.

Parecchi ricevono una buona pubblicità dalle proprie APT territoriali, che vi organizzano escursioni ed eventi. Non tutti.



* ci sono dei casi a parte: quando un rifugio riesce a far sua "l'identità di paese" diventa un luogo di aggregazione per la gente del posto...penso per esempio al rifugio Maranza [che però ha un bacino di potenziali clienti – i trentini di Trento – profondo, ed in più organizza concerti e cosucce varie] o al Rifugio Monte Lefre in Tesino



5 commenti:

Franz Mosco ha detto...

Insomma ci si guadagna benissimo quando il rifugio di tutto fa fuor che da rifugio.

Ma ci sono rifugi-rifugi, che bisogna quadagnarsi a fettoni sudando e faticando, che ci guadagnano lo steso, vedi il Dorigoni per esempio. O il Bicchiere, in cima al mondo, difficile da gestire, ma so per certo che il gestore spera che si chiariscano le future proprieta' per riaprire. Per passione, ma di sola passione non si campa, credo, qualcosa guadagnera' anche lui.

Poi ci sono i rifugi CAI, e sono SCANDALIZZATA!! che richiedono la prenotazione (e ci puo' stare) e la caparra da versare un bel po' prima per mantenere la prenotazione. Allora, cazzarola, che si chiami albergo Città di Fiume, non rifugio! E ti assicuro per esperienza diretta, che casino, gente, merenderi e affluenza a quel rifugio non mancano.

Comunque, da quando richiedono la caparra, non ci metto piu' zampa. (per fortuna quel trekking l'ho gia' fatto prima :P )

Bersn ha detto...

Anche qua [intendo in Trentino] la maggior parte dei rifugi a cui han creato/asfaltato/tolto il divieto alla strada di accesso, si sono alberghizzati.


Non so quanto ci si guadagni, la stagione è breve - tre mesi, e solo uno di vero pienone, ma anche qui dipende da zona a zona - ma facendo un po' i conti in tasca, direi che un Sette Selle farà[sparo] 20 pasti e [ri-sparo] 40 consumazioni-bar [caffè, robe così] nei feriali buoni.

Nei fine settimana i numeri aumentano ma non so che margine di guadagno ci sia.


Certo, non so nemmeno quante agevolazioni fiscali abbiano nè se godano degli onnipresenti contributi provinciali, quindi le variabili in quest'equazione sono troppe...ma empiricamente, ecco, direi che siam su cifre basse.

Bersn ha detto...

Anzi, se qualcuno ne sa più di me [non ci vuole molto] e gli va di contribuire all'indagine fiscale [??!!] lanciata da questo blog, ben venga!



La mia idea è che per esempio affittare una baita o un appartamento ai turisti sia più remunerativo che gestire un rifugio...anche guardando il rapporto costi/benefici...

Franz Mosco ha detto...

Io credo che sia estremamente difficile generalizzare: un paio di anni fa ero al Quintino Sella, sotto il Monviso. C'era tutta la galassia, un casino impresionante, mi han messa a dormire fuori dal rifugio in tenda (prenotando ben 15 gg in anticipo) e ogni buco dove si potesse dormire era pieno, cappella e deposito attrezzi compresi. Ovviamente anche le panche e i tavoli della mensa hanno ospitato qualche sfigato. (e bisogna camminare per arrivarci, non ci sali in auto). Posso immaginare che capanna margherita sia la stessa cosa come affollamento.

Mangiato da schifo, cessi che quelli in autostrada sono un bijou, un casino inimmaginabile. Credo che non abbiano tanti problemi a far quadrare il bilancio. Diverso IMO è il Bicchiere, o, che so, il rifugio Porro alla forcella di Neves.

Ricordo Salvaterra che disse, alla tv mi pare, che estati piovose come quella (quale era?) costringevano i rifugisti a trovars un altro lavoro. Vuol dire che con il suo rifugio campava il resto dell'anno?

insomma difficile generalizzare, anzi difficilissimo.

Anonimo ha detto...

Assolutamente difficile generalizzare. Ci sono rifugi che guadagnano bene. Quelli sull'Alta via 2 delle Dolomiti Brixen/Feltre non dovrebbero aver problemi, ad esempio. Un pò come autogrill in autostrada! Ma sul Lagorai anche (è solo un esempio!!) il rifugio al Colbricon, raggiungibile anche in triciclo! ( a proposito, sembra salvo da tralicci funiviari, per fortuna...). Poi un rifugio "difficile" sicuramente è il Brentari in Cima d'Asta. Luogo stupendo. Sono convinto che fa molto la posizione geografica, la rete con altri rifugi vicini, la vicinanza di località turistiche famose.
Difficile dire, ma un occhio esperto, raccolti un pò di elementi, potrebbe dire, caso per caso, se valga o meno la pena.

Ciao !