Abbigliamento tecnico?

Tornando al libro di Fantozzi, ecco un altro raccontino, se avete voglia di leggervelo. Lo riporto perchè...

...bè, lo vedrete in fondo il perchè :)



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FANTOZZI E L'APERTURA DELLA CACCIA

Anche Fantozzi ha partecipato all'ultima apertura di caccia. Non era un appassionato, anzi non era mai stato a caccia in vita sua, ma il suo collega di stanza Fracchia aveva tanto insistito che lui aveva dovuto cedere.
L'appuntamento era stato fissato a un'ora crudele, le 3 del mattino, al casello dell'autostrada. Le due utilitarie arrivarono puntualissime. Da una uscì faticosamente Fracchia: berretto alla Sherlock Holmes, gigantesco giaccone di velluto a coste, calzoni alla zuava gonfi come palloni sonda, calze di lana, scarpe da tennis con sopra galoches, un piccolo cane pechinese al guinzaglio e a tracolla un vecchissimo fucile a tromba tipo brigante calabrese. Dall'altra Fantozzi: berretto bianco da marinaio, tragico impermeabile stretto in vita da cartucciera di mitragliatrice, residuato della 2a guerra mondiale, calzoni di tela, piedi nudi, un guanto di lana, una fionda a elastico rubata a qualche ragazzo e a guinzaglio sua moglie signora Pina che nella notte aveva truccato alla meno peggio da bracco. I due si salutarono e andarono con i “cani” al bar del casello dell'autostrada per bere un caffé “corretto”. Il bar era gremito di cacciatori armati fino ai denti: mitragliere, bombe a mano e armi per la guerra batteriologica. Tutti guardavano con grande curiosità i “cani” degli ultimi arrivati. Uno cercò di accarezzare la signora Pina, ma poco mancò che questa ringhiando non gli staccasse un dito.
Partirono con la macchina di Fracchia. In sei ore terribili arrivarono alla “macchia” scelta per la battuta. Erano circa 600 in 15 metri quadrati e si guardavano con grande diffidenza. Lo stesso atteggiamento avevano assunto i cani tra di loro.
Attendevano tutti da circa due ore quand'ecco che il “cane” di Fantozzi si irrigidì in atteggiamento da punta (gli altri cani si erano assopiti perché non abituati a quelle sveglie drammatiche). Tutti guardavano verso un cespuglio che ondeggiava leggermente. Tutti spianarono i fucili, la “cosa” uscì furtivamente dalla macchia e allora fecero fuoco tutti insieme: era un cacciatore ritardatario che Fantozzi ricordava impiegato in una società di navigazione. Lo finirono a coltellate.
Tutti avevano sparato finalmente i primi colpi dell'“apertura”, ma Fracchia, che stava ancora armeggiando al suo trombone, fece cenno finalmente a quelli con i coltelli di aprirsi e fece fuoco, appoggiando la guancia al calcio del fucile. Andò a terra con un urlo soffocato perché il rinculo tremendo gli aveva “sgranato” diciotto denti.
Gli altri cacciatori decisero di cambiare posizione e loro rimasero per vedere di riattivare il “trombone”. Armeggiavano già da qualche tempo, quando alle loro spalle ecco arrivare vestito da generale prussiano un grosso funzionario della loro ditta. I due e i “cani” si inchinarono a baciargli la mano destra che questi aveva teso imperiosamente e gli chiesero piangendo aiuto.
Cominciò ad armeggiare anche il generale prussiano. Apri la canna del fucile. guardò attentamente tutto con attenzione, poi disse: “Ma che cretini che siete, è scarico! Tenga” disse a Fantozzi, porgendogli il “trombone”. “Me lo regga.” Mise l'occhio in canna e aggiunse: “Ma non lo vedete che è completamente sca...”. Non finì la frase, la valle fu squarciata da una tremenda esplosione. Lo nascosero con delle frasche confidando nella fionda di Fantozzi.
Verso sera la battuta degenerò in battaglia autentica. I più facoltosi si avvalevano dell'apporto di carri armati pesanti e caccia bombardieri: ma era prevalentemente una guerra statica di trincea. Al calar della notte ci fu una tregua e cominciò il ritorno. Fracchia pregò Fantozzi, che era anche ferito a un braccio, di farsi legare per i piedi sul tetto dell'utilitaria come fagiano, per salvare a faccia. Lui accettò ed ebbe un po' freddo in autostrada.
All'arrivo in città non appena Fracchia aprì la porta dell'utilitaria scappò proditoriamente il “cane” di Fantozzi. Ma, siccome lui non aveva mai pagato la tassa per la moglie, questa fu subito presa da due feroci accalappiacani e con un furgone portata al canile municipale.
Quella notte Fantozzi ne sentì un po' la mancanza, ma dopo una settimana non ci pensò più. Quando gli scrissero che se la rivoleva doveva pagare la tassa, lui non rispose neppure.
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La descrizione surreale dell'abbigliamento "da caccia" dei neofiti Fracchia e Fantozzi [da piccolo pensavo fossero la stessa persona] mi ha ricordato i primissimi tempi, ani anorum*, che andavo in montagna.


  • scarpacce da ginnastica il più possibile strazze*;
  • jeans rovinati, tagliati al ginocchio;
  • una polo o una T-shirt qualsiasi, di quelle usate anche per andare a scuola;
  • una felpa o al più una maglia di lana sempre scelta tra quella di uso comune [devo anche ammettere che i primi pile li ho visti solo 15 anni fa];
  • giacca a vento? il piumino usato in città, noto per la traspirabilità prossima allo zero;
  • calzini di spugna [rigorosamente bianchi][l'alternativa erano quelle rosse di lanazza che i nostri genitori abbinavano orgogliosamente ai calzoni alla zuava];
  • niente guanti nè berretto di lana, tanto i primi anni consideravo inconcepibile il salire in montagna in mesi strani tipo novembre o marzo/aprile;
  • bastoncini: non telescopici da riporre nello zaino bensì due orrendi reperti sciistici [di cui uno a cui avevo rotto la corolla di plastica];
  • binocolone della guerra di Prussia, appartenuto a chissà che nonno del nonno, tramandato da generazioni, peso stimato 4 kg;
  • muesli? macchè...al massimo quelle tavanate adolescenziali tipo B**nty [col cocco che ti restava tra i denti];
  • zainetto invicta [tra l'altro un classico dell'italiano all'estero]





* ani anorum = anni e anni fa
* strazze = rovinate

6 commenti:

Anonimo ha detto...

"binocolone della guerra di Prussia, appartenuto a chissà che nonno del nonno, tramandato da generazioni, peso stimato 4 kg"

se ti può consolare io giro attualmente con uno di questi binocoloni (e infatti c'è uno dei miei soci che mi sfotte assai).
Vorrei ben prendermi uno Swar**ski, ma costa un bordello e poi il mio binocolone fantozziano funziona ancora da dio :D

Misty

Bersn ha detto...

Anche gli Swar**ski modello metallico verde militare hanno il loro discreto peso :)

Senza contare che per averne uno devi chiedere un mutuo [più lo polizza assicurativa per tutelarsi nel malaugurato caso che ti dovesse cadere]

Anonimo ha detto...

Si e pensa che volevo prendermi pure il lungo ... ma oggi, dopo essere passata in officina (revisione + cambio delle cinghie), ho deciso che la spesa sarà rimandata a data da destinarsi (tipo il 2015 :P).

Misty

Bersn ha detto...

Io ho uno di quei trappolotti mezzi cinesi di plastica...[binocolo intendo]

Certo che non ha lo stesso fascino...

Anonimo ha detto...

Si bhe anch'io, io ho lo Zenith (faccio pubblicità perchè manco lo faranno più) : un residuato bellico anni '60 10x50 con custudia rigida (forse in pelle umana :p).

Binocoli che, da quanto ho capito, impazziva in quegli anni :D

Se vuoi lo vendono su ebay per 10 euro ahahah

Misty

Trentino...wilderness? ha detto...

Io avevo un orribile giacca a vento viola della B#### e prima ancora da piccolo mi ricordo che c'erano solo rosse o blu, fatte di quella plastica lucida tipo sacchetto delle immondizie (ma rossa o blu, appunto)