Kurt Vonnegut



Vonnegut, americano di origine tedesca, combattè il nazismo in Europa, durante la II guerra mondiale. Imprigionato durante la battaglia delle Ardenne, assistette al terribile bombardamento di Dresda dall'interno di una grotta scavata sotto un mattatoio. Da questa terrificante esperienza nacque "Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini"; gran parte della sua produzione letteraria è incentrata su un connubio di vissuto autobiografico, satira antigovernativa e antibellica, riflessione sul stupidità e cattiveria umana.





Kurt Vonnegut - Madre Notte

Diario.
Dopoguerra.
Dicotomia: il bene contro il male.


Howard W. Campbell è stato catturato dagli israeliani e aspetta di affrontare un giusto processo per i crimini commessi durante l'Olocausto: propaganda nazista. Intanto scrive: affida la verità e le sue confessioni ad un diario.


Progredendo con la lettura di quest'opera stupenda, le convinzioni vacillano: il bene ed il male hanno contorni indefiniti, a volte intersecanti; le guerre hanno vincitori e vinti, o soltanto vinti? E ci sono conflitti giusti o sono tutti inesorabilmente sbagliati? Alcuni dicono che la guerra sia inevitabile, a torto? E la verità, siamo sicuri di saperla riconoscere?

Campbell era una spia? O come proclama lui, i suoi messaggi farneticanti ne nascondevano altri, utili alla causa degli Alleati? Ma allora dov’è finito il suo contatto, il suo reclutatore?

Un libro che ho apprezzato particolarmente, e mi sento di consigliare.



Kurt Vonnegut - Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini


Storia di Billy Pilgrim, ottico, sposato [senza amarla granchè] con una cicciona-americana media-pienadisoldi, americano medio a sua volta, non particolarmente sveglio, né coraggioso, né interessante. La sua vita cambia con il bombardamento di Dresda: tornato in patria non sarà più quello di prima


Avevo letto alcune recensioni del romanzo: per la maggior parte entusiastiche. Senza contare che il libro è un punto fermo dei giovani americani anni ‘70, ai livelli di quel che fu “Il giovane Holden” per i loro padri. Ciò mi ha creato grandi aspettative: forse è anche per questo che ne sono rimasto deluso.
Il messaggio antimilitarista è strisciante, non palese: ma si avverte forte tra le righe, ed è assolutamente condivisibile. Considerate poi l’importanza liberatoria di scriverlo, per KV.

Purtroppo il narrato invece mi sembra confuso, troppe linee che si intersecano, racconti e ricordi che si fondono e confondono. In più c’è il pianeta Trafalmadore ad ingarbugliare tutto...

Insomma: non me ne vogliate, ma “Mattatoio” mi ha lasciato perplesso.




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